Nell’articolo precedente abbiamo visto come il sonno dei bambini abbia caratteristiche diverse rispetto a quello degli adulti e quanto sia importante capirne i diversi tratti per poter accompagnare il piccolo al sonno.
Ora parleremo delle difficoltà a dormire che può avere un bambino e cosa poter fare per affrontare nel miglior modo possibile il momento della nanna.
Si può essere in presenza di problemi e disturbi del sonno quando si hanno:
- Difficoltà ad addormentarsi (per tempi maggiori di 30-45 minuti);
- Risvegli notturni frequenti;
- Difficoltà a riaddormentarsi;
- Presenza ricorrente di incubi.
Che fare se il piccolo fa fatica a regolare il proprio sonno?
Per potersi addormentare con più facilità ci sono molti aspetti da tenere in considerazione, una serie di bisogni fisiologici da colmare: il bambino non deve avere fame, non deve avere sete, non deve essere ad una temperatura troppo calda ne troppo fredda, non deve esserci troppa luce.
La capacità di addormentarsi dei bambini dipende sia da loro temperamento sia dall’intervento regolatore del genitore, inteso come la capacità di soddisfare i bisogni sopraelencati.
Ci sono pareri diversi e tecniche differenti elencati nei manuali. Il mio consiglio è quello di evitare in particolare due cose:
- La tecnica definita “estinzione graduale”: ossia lasciare il bambino piangere in camera per una quantità di tempo sempre maggiore, entrando ad intervalli di tempo programmati senza mai prenderlo in braccio. Questo indipendentemente dall’età del bambino è un metodo dannoso, trasmette un forte senso di abbandono e una poca considerazione dei suoi bisogni.
- La dipendenza totale dal genitore: ossia ddormentarsi sempre cullato, in braccio, al seno o al biberon. Passato il primo trimestre, in cui questi metodi per l’addormentamento seguono il bisogno del contatto del bambino, andando avanti questo non gli permette di sperimentare la propria autonomia. Soprattutto il problema nasce quando viene messo nel lettino, in quanto proverà un disorientamento totale nei risvegli notturni con conseguente fatica nel riaddormentarsi.
Il sonno del bambino è influenzato dal suo temperamento, dal temperamento dei genitori (un genitore per esempio con un temperamento più vispo ed attivo o frequentemente nervoso farà più fatica ad accompagnarlo al sonno), l’attaccamento, le attività diurne, il livello di stanchezza del piccolo…
Quando il bambino inizia ad essere attivo nei confronti del mondo che lo circonda, gattonando, camminando e sviluppando la motricità fine, potrà protestare di più quando verrà interrotto nella sua scoperta per andare a dormire perchè il sonno viene vissuto come una perdita di tempo nelle sue mille cose da sperimentare e vivere.
Nella pratica quindi, cosa fare?
- Dare una routine dell’addormentamento dai 4-5 mesi che sia sempre uguale, questo dà un senso di tranquillità e controllo al bambino, dandogli un senso di sicurezza;
- Collegare al momento della nanna una particolare attività che può essere una ninna nanna, la lettura di una favola, il bagnetto (solo se il giocare nell’acqua non lo rende ancora più attivo dopo);
- L’uso di un peluche con la classica musichetta per la nanna che accompagnerà dolcemente il bambino nel mondo dei sogni;
- La regolazione degli orari: passati i primi mesi di rodaggio, sia per i genitori che per i bambini, sarà importante stabilire degli orari fissi in cui fare i vari sonnellini durante la giornata cosi da dare un ritmo regolare alla quotidianità del bambino.
Questi sono consigli generali, ovviamente ogni situazione è differente. Dei suggerimenti basati sulla conoscenza delle abitudini e dello stile di vita dei genitori così come sul temperamento del bambino potranno essere più efficaci per la risoluzione dei problemi legati al sonno.