Come affrontano i bambini la mancanza di socialità? Quali le conseguenze? Apatia, depressione o normalità? Regressioni, perché accadono e come comportarci?
In questo articolo ho voluto raccogliere le domande più frequenti che, su Instagram, Facebook o via e-mail, mi state rivolgendo in questo periodo relative al Coronavirus e sulle conseguenze che la quarantena porterà, in modo da avere un punto di riferimento dove chiunque si ponga le stesse domande possa trovare delle risposte.
Abbiamo trattato questi argomenti in una diretta sul profilo Instagram di Sara Tappia, educatrice e mamma dolcissima. Siccome però le dirette rimangono salvate solo 24 ore, ci faceva piacere rimanesse una traccia di ciò che ci siamo dette e così ecco qui le sue domande e le mie risposte, messe nero su bianco.

Come affrontano i bambini la mancanza di socialità e cosa potrebbe accadere da questo punto di vista una volta che l’emergenza Coronavirus sarà finita e sarà tornato tutto “normale”?
Sicuramente per i bambini questo è un momento molto delicato. Stanno vivendo quello che a me piace definire un trauma ovattato, ovvero una mancanza della quotidianità difficile, ma attutita dalla presenza delle figure di riferimento e dell’ambiente casa.
Le reazioni al ritorno alla normalità sono difficili da prevedere, sicuramente saremo tutti un po’ intontiti come quando da un ambiente buio si passa ad un ambiente pieno di luce.
Dovremo riorientarci, ma i bambini da sempre mostrano molto spirito di adattamento ed a mio parere ci sorprenderanno con le loro risorse.

Paura del contagio da Coronavirus: come convivere con la paura che i nostri piccoli o i nostri partner possano ammalarsi?
Come fare in modo che la nostra paura non pesi su chi ci sta intorno?
La preoccupazione è fisiologica in una situazione del genere, concediamocela.
Per fare in modo che non diventi invalidante, che non diventi panico, cerchiamo di tenerci impegnati quando sentiamo arrivare i pensieri, cerchiamo di non farci schiacciare ma di alzarci e scacciarli via.
Molto utili i lavori manuali, come impastare, colorare, riordinare.
Regressioni: sembra che in questo contesto i bambini abbiano perso i traguardi che avevano raggiunto nell’ultimo periodo.
Perché questo accade e che tipo di atteggiamento dobbiamo mostrare?

Le regressioni possono essere date dalla perdita della routine e dal periodo destabilizzante che si sta vivendo. Può esserci una regressione o un cambiamento del sonno, il bisogno continuo del seno, la voglia di riavere il ciuccio, la pipì a letto.
Vanno lette come un bisogno del bambino di sentirsi accolto e protetto, di ritornare indietro dove lui si ricorda essere stato al sicuro
D’altronde anche noi adulti quando siamo impauriti e confusi, cerchiamo quella che è una protezione che arriva dal passato, si pensi alla torta di mele che faceva la nonna o l’aver bisogno di un abbraccio forte che ci avvolga.
Cosa si porteranno addosso i nostri bimbi di tutte queste restrizioni?
L’impossibilità di correre all’aria aperta, di vedere e toccare i loro amici al di là dello schermo, la casa vissuta come costrizione…
Un’esperienza che probabilmente sapranno trasformare in risorsa.
Saranno doppiamente felici di tornare ai giardini, ma non stupitevi se ogni tanto vi chiederanno di stare a casa e voi penserete: “Ma come? Ci siamo stati per settimane”.
Proprio per lo spirito di adattamento di cui parlavamo prima, i bambini sanno trovare il bello di ogni situazione.
Certo non voglio dire che non si porteranno dietro dei segni, che le esperienze perse non peseranno. Dico però che ora angosciarci per questo serve a poco; avremo modo e tempo di curare queste ferite appena l’emergenza Coronavirus finirà.
Ora cerchiamo di vivere questo periodo nel miglior modo possibile, stringendoci forte ai nostri bimbi.
Molti notano nei propri bambini una certa “apatia”, alcune mamme l’hanno definita “depressione” indicando che i bambini non hanno voglia di uscire nemmeno sul balcone, non sono interessati a nessun gioco e, per l’appunto, più che annoiati sembrano depressi.
A noi adulti non capita mai di essere annoiati, tristi e desiderare solo divano e tv? Ecco, può capitare anche ai bambini.
È una reazione di conservazione, per evitare di pensare a ciò che si vorrebbe, ma non si ha.
Se capita uno o due giorni non succede nulla, se invece dovesse durare per più tempo sarebbe opportuno chiedere un aiuto specifico.
Utile sempre verbalizzare lo stato d’animo al bambino: “sei tanto triste vero? Lo capisco, anche alla mamma a volte capita, sai?”
Il nostro stato d’animo pieno di tensione, ansia e preoccupazione si riversa inevitabilmente sui nostri bimbi, e i filtri che prima riuscivamo ad avere, ora non sono più così saldi…
Quanto influisce questo sui bambini e sul loro modo di percepirci in questa situazione?
Sicuramente tutto è amplificato in questo momento.
Quando possibile prendiamoci del tempo per verbalizzare le nostre emozioni e il nostro stato d’animo al bambino, ovviamente in un linguaggio che lui possa comprendere.
Come giustificare ai bambini tutte quelle persone che si vedono in giro, quando magari noi vietiamo loro l’uscita?
Atteniamoci alle regole: escono per andare dal dottore, a lavorare, a trovare un nonno che non sta bene.
Se vedono altri bambini fuori a giocare, normalizzare la cosa dicendo: “Forse loro non sanno le regole, glielo vogliamo dire noi?”
Ovviamente in tono calmo e con gentilezza 😉
Non tutti i bimbi apprezzano le chiamate via skype, come fare a mantenere vivo il ricordo e il rapporto soprattutto con i nonni, ma anche con gli amichetti?
Se ne hanno voglia attraverso messaggi vocali, altrimenti non insistiamo, continuiamo a farle noi e vediamo se si avvicinano spontaneamente senza insistere.
Il ricordo non passa, basti pensare come i bambini si ricordino, crescendo, le loro maestre della scuola dell’infanzia pur passando anni senza vederle
Il nervosismo porta a molte discussioni con il proprio partner, alcune delle quali anche davanti ai bambini…
consigli?

Il mio consiglio è ripetitivo: parliamone con i bambini, spiegando che mamma e papà discutono perché sono un pochino nervosi in questo periodo, e scusiamoci con loro se necessario.
Il “non detto” amplifica le fantasie dei bambini e spesso è peggio.
Come gestire l’attaccamento che inevitabilmente si sta rafforzando soprattutto con la mamma?
Godiamoci questo momento, se c’è un attaccamento sicuro le basi del distacco il bambino le ha, e piano piano riprenderà anche quelle abitudini perché sa che la mamma c’è e torna da lui.
Si vedono un sacco di super attività in questi giorni qui su Instagram, secondo te è un bene o un male?
Tutto questo non rischia di risultare eccessivo o di causare ansia da prestazione in genitori che devono barcamenarsi già con il lavoro da casa, bambini, e la gestione complicata di questi ultimi giorni?
A mio parere non è né un bene né un male se prese nel giusto modo.
Si ha bisogno di idee e spunti per far fare qualcosa ai piccoli? Ben vengano le idee sul web, io per prima di fantasia ne ho poca e spesso vi attingo per i miei bimbi dell’asilo.
È importante però conoscere anche il valore della noia per i bambini, che stimola la creatività e l’autonomia.
Se vi rendete conto che alcuni profili o questo bombardamento di cose procura ansia, appoggiate il telefono e dedicate questo tempo non alle storie su Instagram, per esempio, ma ad una bella doccia calda.
Vale sempre, ma mai come adesso è importante seguire solo ciò che ci porta benessere e lasciare da parte ciò che dà emozioni negative.
Al nido i bimbi facevano tante attività e ricevevano tantissimi stimoli, si sono ritrovati di botto a casa a contatto costante con adulti e senza tutte quelle offerte che vivevano quotidianamente, come fare?
Proviamo a proporre noi qualcosa, accediamo a video YouTube con canzoncine e attività proposte da maestre e associazioni.
Non è sicuramente la stessa cosa, ma come dicevo rispondendo ad altre domande, avremo tempo per prenderci cura delle ferite.
Non pretendiamo troppo da noi stesse, concediamoci momenti no.
Cosa dire alle mamme incinte?
Prima, seconda o terza gravidanza immagino faccia poca differenza, probabilmente dovranno partorire sole senza il compagno accanto, con una mascherina sul volto e con tanta paura delle eventuali complicazioni…
Un abbraccio a voi.
E ripeto quello che ho scritto in uno dei miei ultimi post su Instagram: i vostri bimbi nasceranno in un momento in cui il mondo si trova in un assordante silenzio, in cui tutto è sospeso, a volte anche le emozioni.
Ma ce la faranno, ce la farete, perché insieme siete una forza. ll vostro bimbo ha voi, voi avete lui, non serve altro. Il suo pianto porterà una melodia dolcissima e tutto ricomincerà a scorrere.
In questi giorni lenti approfittatene, per prendervi cura di voi, del vostro pancione.
Se siete alla fine cercate di interagire con il vostro bambino, scoprendone la posizione e ipotizzando il suo carattere e le sue abitudini.
Oppure se siete a metà, magari proprio in questi giorni inizierete a sentirlo di più.
Se poi avete già altri bimbi è importante dare spazio ai bisogni di tutti, compresi i vostri: delegate, fatevi aiutare il più possibile, che sia dal papà o da qualche cartone animato.
Tenete un diario di questo periodo, ricordando che c’è tanto altro oltre il Coronavirus.
Le statistiche domenica riportavano la nascita in Italia di 1123 bambini e questo dimostra che la vita non si ferma, che l’amore e la forza non smettono di circolare.

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