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Segnali per riconoscere la violenza

Solitamente i miei articoli si occupano di bambini e problematiche genitoriali. Oggi vorrei però trattare un tema tanto attuale, quanto drammatico: la violenza sulle donne tra le mura domestiche.

Purtroppo questo è un fenomeno sempre più diffuso e che si presenta in modo sempre più subdolo.

Da una indagine ISTAT (2006) condotta su un campione di 25.000 donne tra i 16 e i 70 anni sono emersi dati allarmanti: si stima che siano ben 2 milioni 938 mila le donne che nel corso della vita hanno subito violenza domestica dal partner attuale o da un ex partner.

Non è però possibile conoscere il numero esatto delle donne che hanno subito queste terribili esperienze, perché questi dati sono relativi soltanto al ristretto numero di donne che hanno denunciato il fatto alle autorità. Si è stimato che oltre il 90% delle vittime non denuncia il fatto.

Ci sono diverse tipologie di violenze:

  • Violenza fisica: consiste in maltrattamenti fisici come spintoni, schiaffi, calci, oggetti lanciati addosso…;
  • Violenza psicologica: si presenta quando l’uomo umilia la donna, la svaluta, la aggredisce verbalmente. Possono esserci silenzi ostili e sguardi minacciosi. Spesso anche il modo in cui la donna vive viene criticato, cosi come le amicizie che frequenta, il lavoro che fa, spingendola ad isolarsi e ad annullare se stessa e le proprie ambizioni;
  • Violenza sessuale: si manifesta quando l’uomo obbliga la donna a mettere in atto prestazioni sessuali. Spesso esse sono precedute da ricatti morali, cosicché ella si senta in dovere di soddisfare le “esigenze” di colui che dice di amarla;
  • Violenza economica: si manifesta attraverso lo stretto controllo da parte dell’uomo del conto bancario, delle spese effettuate, spesso c’è un blocco delle carte di credito in modo da rendere la donna sempre più dipendente da lui, senza la possibilità di vivere la propria vita fuori dalle mura domestiche.

Per facilitare il riconoscimento di segnali che possono essere dei campanelli d’allarme di una situazione di violenza, sia per chi si trova a vivere in tale condizione sia per chi assiste in veste di amico o parente ad episodi simili, mi vorrei rifare alla Teoria del ciclo della violenza elaborata dalla studiosa Leonore Walker negli anni Settanta.

In tale teoria viene evidenziato come quasi sempre la violenza si manifesti in forma ciclica, cioè con le varie fasi che tendono a ripetersi.

Le fasi principali sono quattro, e a ciascuna tappa il pericolo per la vittima aumenta.

  1. Fase di tensione: irritabilità dell’uomo, secondo lui legata a preoccupazioni o difficoltà del quotidiano. La violenza in questa fase non si manifesta in modo diretto, ma si percepisce attraverso sguardi, atteggiamenti o dal timbro della voce. L’uomo tenderà a manifestare la sua insoddisfazione accusando la donna di esserne la causa. Quest’ultima, avvertendo la tensione, cercherà di calmare le acque, di essere disponibile in quanto spesso prova un sentimento di colpa nei confronti della rabbia del marito;
  2. Fase di aggressione: l’uomo sembra perdere il controllo di sé. Inizieranno le urla, gli insulti, le minacce. Si presenterà quella che abbiamo precedentemente definito come violenza fisica. Essa si presenterà per gradi, spintoni, schiaffi, pugni, fino ad arrivare all’uso di armi. Gli uomini definiscono questo momento come uno sfogo, una scarica, un sollievo. La donna impaurita, protesta ma non si difende concretamente;
  3. Fase delle scuse: l’uomo chiede scusa per il suo comportamento promettendo che non succederà più;
  4. Fase di riconciliazione: questa fase viene detta anche luna di miele, è un momento in cui l’uomo si mostra particolarmente presente, premuroso, attento, innamorato. Una sorta di ricompensa per la donna che ha subito la violenza da lui esercitata. Questo fa aumentare nella donna la speranza che lui stia cambiando e aumenta la tolleranza negli altri attacchi.

La domanda che sorge spontanea è, com’è possibile tutto questo? Cercheremo di trovare una spiegazione nel prossimo articolo.


Percorriamo questa strada insieme:

Tel: +39 345 149 4951

E-mail:   info@psicologaferrero.it


Violenza sulle donne tra le mura domestiche – Parte 1
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