Mesi di preparazione al parto e all’arrivo del frugoletto, poi si torna a casa ed inizia l’avventura!
Si possono vivere varie emozioni nel post-partum, in questo articolo vedremo cosa sono e come affrontarle.

È nato, e adesso?
Le prime fasi di vita dei piccoli sono momenti intensi sia per loro che per i genitori. Momenti lenti, di coccole e contatto, di latte e nanne, in cui si impara a conoscersi ed a riconoscersi.
Sono momenti speciali, ma non è detto siano facili, anzi tutt’altro: sono spesso complicati e frustranti.
La stanchezza è tanta, così come i timori e le paure.
Spesso l’immagine che passa della maternità, dei primi giorni insieme, è che tutto sia bello, tutto sia facile.
Si pensa sia tutto rosa e fiori, tutine e musichette, invece in realtà a volte si crede di non farcela, ci si pente quasi di aver voluto imbarcarsi in questa avventura tanto fantastica quanto difficile, si ha voglia di lasciare quel “cosino” urlante tra le braccia di qualcun altro e chiudersi in bagno a piangere.
Sicuramente il post-partum è un momento intenso e denso di emozioni. La donna si trova ad affrontare la fine della gravidanza e la nascita del figlio, due momenti che seppur interconnessi risvegliano vissuti differenti e ambivalenti.
Spesso si vive un momento regressivo che riporta la donna in contatto con le emozioni della propria infanzia, cosa che da un lato la aiuta a mettersi in relazione con i bisogni del bambino, dall’altro riporta a galla fantasmi e stati d’animo relativi alla propria storia di vita.
In questo momento molto particolare della propria vita l’identità della donna oscilla tra l’immagine di sé prima della gravidanza, l’immagine della figura materna costruita sulla base dell’identificazione con la propria madre e l’immagine del bambino che, dal grembo, ora è tra le sue braccia.
Si crea qui un nuovo assetto mentale che lascia quello precedente sullo sfondo, ci saranno nuove necessità, nuove priorità e si rivedrà la scala dei valori e degli interessi. Andando avanti nei mesi successivi alla nascita del bambino questi due assetti mentali si integreranno tra loro per favorire la crescita di una nuova personalità più matura e coerente al nuovo periodo di vita che si sta affrontando.
Ci sono situazioni in cui però questo nuovo equilibrio non viene trovato e la donna fa fatica ad integrare nell’immagine di sé, sia lei come persona che lei nel nuovo nel ruolo di madre. Questo può creare una sensazione di disagio e malessere.

Non c’è nulla di male nel provare tristezza, ansia e senso di inadeguatezza. Non è vero che saper fare i genitori è qualcosa di innato, ma è una capacità che si costruisce giorno dopo giorno, anche sulla base di sbagli ed errori.
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Emozioni nel post-partum: baby blues e depressione
Innanzitutto è utile distinguere due stati mentali, con sintomatologie che possono essere simili, ma profondamente diversi. Vediamoli insieme.
Baby Blues o Maternity blues
Non è considerato un vero e proprio disturbo, perché è legato alle grandi variazioni ormonali che avvengono qualche giorno dopo il parto e tende ad autolimitarsi per poi scomparire definitivamente nel giro di pochi giorni.
Il baby blues colpisce la maggioranza delle madri.
Il suo esordio si ha nella prima settimana dopo il parto, ma i suoi sintomi, che possono essere sbalzi di umore, facile tendenza al pianto, tristezza, ansia, mancanza di concentrazione, sensazione di dipendenza, possono perdurare fino a tre settimane.
Il baby blues è provocato da più fattori: molto importanti sono i rapidi cambiamenti ormonali che avvengono subito dopo il parto, lo stress psico-fisico legato al momento del travaglio e del parto, le complicanze fisiche del post-partum, che possono limitare l’autonomia della madre, la fatica fisica, l’ansia legata all’aumento delle responsabilità, l’insorgenza di imprevisti o contrasti con i familiari, i parenti, ecc.

Depressione post-partum
Si verifica nelle prime settimane dopo il parto, in genere tra la sesta e la dodicesima, ma a volte anche successivamente (entro l’anno).
Può presentarsi gradualmente o avere un esordio improvviso.
Si tratta di una vera e propria patologia che va affrontata per evitare che si cronicizzi.
La sintomatologia è caratterizzata da una eccessiva preoccupazione o ansia, estrema irritabilità, le madri si sentono sovraccariche e sotto pressione; si sentono sole nel dover affrontare tutto questo.
È spesso presente una generale difficoltà nel prendere decisioni, l’umore è depresso, sono frequenti sentimenti di colpa e perdita di speranza nel futuro unita ad una marcata perdita di interesse o di piacere nel fare le cose.
Sia il sonno che l’appetito sono compromessi.
Alcuni sintomi specifici riguardano la relazione madre-bambino e spesso portano nella madre sentimenti di colpa, vergogna e inidoneità al ruolo che sta ricoprendo.
In particolare è molto frequente avvertire il bambino come un peso, non riuscire a rispondere ai suoi bisogni, non avere una sintonizzazione emotiva con lui, sentirsi inadeguate nella cura del bambino e avere paura nel restare sola con lui, provare sentimenti di inadeguatezza nel proprio ruolo di madre e di moglie.
Emozioni nel post-partum: come affrontarle?
Fondamentale per affrontare questo periodo è la prevenzione e la conoscenza. Sapere quello che può succedere nel post-partum e le emozioni che si potranno provare aiuta a riconoscerle ed a chiedere aiuto tempestivamente in caso di necessità.
Nel caso del baby blues si può parlare di una condizione fisiologica e in questa situazione è molto importante poter condividere le esperienze provate con altre mamme e poter pianificare una buona divisione dei compiti con il compagno o i familiari stretti.
Non avere timore o vergogna nel chiedere e nell’accettare un aiuto, nella gestione del bambino, nella pulizia della casa o anche “solo” per potersi regalare un’ora di sonno o una doccia rigenerante.
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È importante già prima del parto provare a pensare come ci si potrebbe organizzare una volta che il bimbo nascerà, fare magari delle preparazioni di cibo e congelarle per ogni evenienza e tenere a portata di mano numeri per la spesa e la pizza a domicilio 😉
Il modo migliore invece per affrontare la depressione post-partum è fondamentalmente la psicoterapia. Tuttavia in una grande percentuale dei casi questa va integrata con un trattamento farmacologico.
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Quello che però mi preme dirvi è: non sentitevi diverse, non sentitevi sbagliate. Siete umane, siete semplicemente mamme.
Non c’è nulla di male nel provare sentimenti diversi dalla felicità, non esistono emozioni giuste ed emozioni sbagliate, ma solo emozioni utili che servono per affrontare un determinato periodo.
Prendetevi il vostro tempo, parlate delle vostre emozioni perché è proprio facendolo che scoprirete di non essere sole, ma ci sono tante donne e mamme che stanno vivendo la stessa situazione.
Se volete, condividete le vostre esperienze ed emozioni che avete provato nel post-partum anche nei commenti a questo articolo.
Per altre informazioni vi invito anche a guardare la IGTV che ho fatto in collaborazione con Nuna Italia sulla loro pagina instagram.
Bibliografia
American Psychiatric Association (2014). Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali. Quinta editione. DSM-5. Milano: Raffaello Cortina Editore.
www.psico-terapia.it/